giovedì 26 febbraio 2009

15 febbraio...Butare



Partenza per Butare.
Arrivo alle 9.15 alla stazione degli autobus. Il mio parte alle 10.00.
Mi metto all’ombra della strada appena fuori del piccolo piazzale dei bus.
Fumo una sigaretta.
Intorno a me milioni di persone che si muovono, urlano, si chiamano, arrivano, partono.
Poi accanto a me un gruppo immobile che osserva, in silenzio.
Poco dopo mi rendo conto che anche io sono ormai stregata da quello che è la strada africana e di essere entrata nelle loro lunghe “attese silenziose”. Non mi rendo conto nemmeno che il mio bus sta per partire. Un ragazzo mi chiama. Qui in città sanno già tutti chi sono! E’ incredibile!!!! Sanno che sono italiana, che sono qui per studio e anche come mi chiamo!!!!

Monto sulla vettura, chiamarlo bus è troppo. Accanto a me siede una classica signora di colore che indossa un largo vestito ghepardato. Ha il volto molto bello. Mi chiede come sto.
Partiamo poco dopo e nell’attesa ai finestrini vengono a vendere di tutto: acqua, schede telefoniche, sigarette!

Il bus, che per me era gia pieno di gente, fa altre due fermate in città e continua a montare gente e continuano a spuntare sedili!!!!!!

Non siamo partiti da molto e arriviamo ad un mercato. Si riconosce subito per la folla che vi si crea davanti.
Da questo punto per altri 10 Km, la fila di macchine è accompagnata da una fila di persone che va e viene dal mercato, ma anche da bambini e/o uomini che trasportano l’acqua all’interno di taniche e le solite che donne con il loro stupefacente equilibrio portano sulla testa frutta, verdura ma anche le proprie borse. Partenza per Butare.
Arrivo alle 9.15 alla stazione degli autobus. Il mio parte alle 10.00.
Mi metto all’ombra della strada appena fuori del piccolo piazzale dei bus.
Fumo una sigaretta.
Intorno a me milioni di persone che si muovono, urlano, si chiamano, arrivano, partono.
Poi accanto a me un gruppo immobile che osserva, in silenzio.
Poco dopo mi rendo conto che anche io sono ormai stregata da quello che è la strada africana e di essere entrata nelle loro lunghe “attese silenziose”. Non mi rendo conto nemmeno che il mio bus sta per partire. Un ragazzo mi chiama. Qui in città sanno già tutti chi sono! E’ incredibile!!!! Sanno che sono italiana, che sono qui per studio e anche come mi chiamo!!!!

Monto sulla vettura, chiamarlo bus è troppo. Accanto a me siede una classica signora di colore che indossa un largo vestito ghepardato. Ha il volto molto bello. Mi chiede come sto.
Partiamo poco dopo e nell’attesa ai finestrini vengono a vendere di tutto: acqua, schede telefoniche, sigarette!

Il bus, che per me era gia pieno di gente, fa altre due fermate in città e continua a montare gente e continuano a spuntare sedili!!!!!!
.....acqua....

Non siamo partiti da molto e arriviamo ad un mercato. Si riconosce subito per la folla che vi si crea davanti.
Da questo punto per altri 10 Km, la fila di macchine è accompagnata da una fila di persone che va e viene dal mercato, ma anche da bambini e/o uomini che trasportano l’acqua all’interno di taniche e le solite che donne con il loro stupefacente equilibrio portano sulla testa frutta, verdura ma anche le proprie borse.

Il paesaggio è bellissimo, peccato per il finestrino che doveva stare chiuso….ufff!!
Ogni tanto si aprivano per fare cambiare l’aria diventata troppo pesante e io riuscivo a scattare qualche foto!
Terrazzamenti e piccole case recintate con i propri orti e banani. Alcune hanno anche il bestiame. Vacche (sono riuscita a vedere anche le vacche “nobili” di color marrone chiaro dalle grandi corna bianche che qui hanno un grande valore e determinano la ricchezza della famiglia. Originariamente solo il re poteva possederle!) di varia grandezza, capre….


Il tutto immerso tra colline di varia altezza, ma tutte dalla silouette molto morbida.
Sulla strada comunque c’è sempre qualcuno, anche quando non siamo in piccoli o grandi centri abitati. Si trovano anche bancherelle che vendono frutta e la “biere do Banana” o di sorgho, tipica bevuta prodotto all’interno delle famiglie e bevuta ritualmente in compagnia.

Detto questo vi metto un proverbio ruandese:
“Abantu ntibava inda imwe, bava inkono imwe”
La vraie fraternité n’est pas celle du sang, mais celle du partage.
Arrivata a Butare mi trovo su una strada asfaltata, solita, con un gran via vai di gente anche se è domenica e gran parte dei negozi sono chiusi.


.......si vede anche la COPABU, sulla sx!!




Theresie è lì che mi aspetta e mi viene subito incontro.(si era preparata il cartello con il nome ma non ha dovuto faticare a riconoscermi..hehehe).
Lei è la coordinatrice della COPABU, si occupa della parte commerciale, dell’esportazione dei prodotti di questa coperativa di artigiani con cui lavorerò nei prossimi giorni.
Mi porta al negozio.
E’ molto grande e ordinato rispetto a quelli che ho visto fino ad ora.
Parliamo un pò e dopo mi accompagna al mio alloggio: “Mont Huye”.
Anche qui appena usciti dalla strada asfaltata mi ritrovo a percorrere strade di terra rossa.
Il posto è carino, con una serie di stanze a schiera con un simpatico porticciolo davanti alla stanza.











....."Mont Huye" e io!



vi presento LEO


mi sentivo sola......e lui mi fara compagnia!!!

hehehehehehe