giovedì 5 marzo 2009

16 febbraio....Butare

La mattina vado con Theresie al “Museo nazionale del Randa”.
Aperto nel 1988, è stato un regalo dal Re belga Baudouin I, ed è composto da 7 grandi stanze ognuna delle quali ha al suo interno diverse tipologie di oggetti che raccontano la storia di questo paese, la sua cultura, le sue tradizioni e abitudini. Molto importante per conoscere l’artigianato nelle sue diverse forme e materiali.
E’bello essere qui con Theresie che mi spiega alcune cose sull’oggettistica….ed è bello vederla sorridere quando riconosce un oggetto che faceva parte della sua infanzia. Oggetti che per la “modernizzazione” ormai non esistono più nelle case ruandesi, ma che lei ricorda di aver avuto.
Theresie è molto giovane, ed ha già tre figli.
Scopro questo quando le chiedo dove abita e se vive ancora con i genitori.
Lei scoppia a ridere, e mi dice che ha tre figli e non un marito, che studia e lavora per mantenere la sua vita.
Una cosa comune, sopratutto per le donne, lavorare, pensare alla famiglia e la notte studiare con la speranza di un futuro migliore.


Il pomeriggio vado in avanscoperta della città e del suo mercato.















.........alla prossima!

Grazie Andrea!!!!!!!!!

Mi ha fatto veramente piacere ricevere la tua telefonata.....e grazie per la comunicazione generale!!
Qui e' veramente un problema la connessione e a volte anche la luce!!!
Il periodo delle piogge si sta presentando con tremendi temporali......e dopo il sole....ma non la connessione ad internet!!
Sono rimasta indietriiisssimo e vorrei rispondere prima di tutto a Ivan che ha fatto un commento a cui, pero, voglio arrivare per gradi.
Sono tante le cose da dire, le emozioni, ma anche le problematiche riscontrate.
Quindi cerchero di rispondere a Ivan attraverso i giorni, le foto e i miei pensieri.
Come ho vissuto e sto vivendo questa esperienza in realta'!!!!!


Ivan so che fremi dalla voglia di sapere.......ma dovrai frenare la tua bramosia di conoscenza e viverti tutto passo dopo passo come me!!

Quindi ricomincio da dove ero arrivata..........
BUTARE

mercoledì 4 marzo 2009

Comunicazione di servizio


Come alcuni di voi sapranno, in questo ultimo periodo di permanenza in Rwanda Alice è molto impegnata con la conclusione dei manufatti creati con l'aiuto di artigiani locali. Finendo di lavorare intorno alle 18, non riesce però ad aggiornare il blog e rispondere alle e-mail, poiché l’internet point chiude alla medesima ora.


Inoltre, essendo iniziata la stagione delle piogge, ci sono stati molti problemi di connessione e qualsiasi operazione legata ad internet risulta fortemente rallentata.

Avendo parlato direttamente con lei, vi posso comunicare che sta bene, ed il suo lavoro procede nel migliore dei modi.


Se volete contattarla il numero è 00250783114911. Vi consiglio di farlo con Skype.


Andrea

giovedì 26 febbraio 2009

15 febbraio...Butare



Partenza per Butare.
Arrivo alle 9.15 alla stazione degli autobus. Il mio parte alle 10.00.
Mi metto all’ombra della strada appena fuori del piccolo piazzale dei bus.
Fumo una sigaretta.
Intorno a me milioni di persone che si muovono, urlano, si chiamano, arrivano, partono.
Poi accanto a me un gruppo immobile che osserva, in silenzio.
Poco dopo mi rendo conto che anche io sono ormai stregata da quello che è la strada africana e di essere entrata nelle loro lunghe “attese silenziose”. Non mi rendo conto nemmeno che il mio bus sta per partire. Un ragazzo mi chiama. Qui in città sanno già tutti chi sono! E’ incredibile!!!! Sanno che sono italiana, che sono qui per studio e anche come mi chiamo!!!!

Monto sulla vettura, chiamarlo bus è troppo. Accanto a me siede una classica signora di colore che indossa un largo vestito ghepardato. Ha il volto molto bello. Mi chiede come sto.
Partiamo poco dopo e nell’attesa ai finestrini vengono a vendere di tutto: acqua, schede telefoniche, sigarette!

Il bus, che per me era gia pieno di gente, fa altre due fermate in città e continua a montare gente e continuano a spuntare sedili!!!!!!

Non siamo partiti da molto e arriviamo ad un mercato. Si riconosce subito per la folla che vi si crea davanti.
Da questo punto per altri 10 Km, la fila di macchine è accompagnata da una fila di persone che va e viene dal mercato, ma anche da bambini e/o uomini che trasportano l’acqua all’interno di taniche e le solite che donne con il loro stupefacente equilibrio portano sulla testa frutta, verdura ma anche le proprie borse. Partenza per Butare.
Arrivo alle 9.15 alla stazione degli autobus. Il mio parte alle 10.00.
Mi metto all’ombra della strada appena fuori del piccolo piazzale dei bus.
Fumo una sigaretta.
Intorno a me milioni di persone che si muovono, urlano, si chiamano, arrivano, partono.
Poi accanto a me un gruppo immobile che osserva, in silenzio.
Poco dopo mi rendo conto che anche io sono ormai stregata da quello che è la strada africana e di essere entrata nelle loro lunghe “attese silenziose”. Non mi rendo conto nemmeno che il mio bus sta per partire. Un ragazzo mi chiama. Qui in città sanno già tutti chi sono! E’ incredibile!!!! Sanno che sono italiana, che sono qui per studio e anche come mi chiamo!!!!

Monto sulla vettura, chiamarlo bus è troppo. Accanto a me siede una classica signora di colore che indossa un largo vestito ghepardato. Ha il volto molto bello. Mi chiede come sto.
Partiamo poco dopo e nell’attesa ai finestrini vengono a vendere di tutto: acqua, schede telefoniche, sigarette!

Il bus, che per me era gia pieno di gente, fa altre due fermate in città e continua a montare gente e continuano a spuntare sedili!!!!!!
.....acqua....

Non siamo partiti da molto e arriviamo ad un mercato. Si riconosce subito per la folla che vi si crea davanti.
Da questo punto per altri 10 Km, la fila di macchine è accompagnata da una fila di persone che va e viene dal mercato, ma anche da bambini e/o uomini che trasportano l’acqua all’interno di taniche e le solite che donne con il loro stupefacente equilibrio portano sulla testa frutta, verdura ma anche le proprie borse.

Il paesaggio è bellissimo, peccato per il finestrino che doveva stare chiuso….ufff!!
Ogni tanto si aprivano per fare cambiare l’aria diventata troppo pesante e io riuscivo a scattare qualche foto!
Terrazzamenti e piccole case recintate con i propri orti e banani. Alcune hanno anche il bestiame. Vacche (sono riuscita a vedere anche le vacche “nobili” di color marrone chiaro dalle grandi corna bianche che qui hanno un grande valore e determinano la ricchezza della famiglia. Originariamente solo il re poteva possederle!) di varia grandezza, capre….


Il tutto immerso tra colline di varia altezza, ma tutte dalla silouette molto morbida.
Sulla strada comunque c’è sempre qualcuno, anche quando non siamo in piccoli o grandi centri abitati. Si trovano anche bancherelle che vendono frutta e la “biere do Banana” o di sorgho, tipica bevuta prodotto all’interno delle famiglie e bevuta ritualmente in compagnia.

Detto questo vi metto un proverbio ruandese:
“Abantu ntibava inda imwe, bava inkono imwe”
La vraie fraternité n’est pas celle du sang, mais celle du partage.
Arrivata a Butare mi trovo su una strada asfaltata, solita, con un gran via vai di gente anche se è domenica e gran parte dei negozi sono chiusi.


.......si vede anche la COPABU, sulla sx!!




Theresie è lì che mi aspetta e mi viene subito incontro.(si era preparata il cartello con il nome ma non ha dovuto faticare a riconoscermi..hehehe).
Lei è la coordinatrice della COPABU, si occupa della parte commerciale, dell’esportazione dei prodotti di questa coperativa di artigiani con cui lavorerò nei prossimi giorni.
Mi porta al negozio.
E’ molto grande e ordinato rispetto a quelli che ho visto fino ad ora.
Parliamo un pò e dopo mi accompagna al mio alloggio: “Mont Huye”.
Anche qui appena usciti dalla strada asfaltata mi ritrovo a percorrere strade di terra rossa.
Il posto è carino, con una serie di stanze a schiera con un simpatico porticciolo davanti alla stanza.











....."Mont Huye" e io!



vi presento LEO


mi sentivo sola......e lui mi fara compagnia!!!

hehehehehehe

sabato 21 febbraio 2009

14 Febbraio...Kigali


Torno a Kigali per il pranzo e nel pomeriggio decido di fare un giro nei dintorni di Kigali.
Appena uscita dalla Procure, fermo un moto-Taxi e chiedo di essere portata alla cooperativa di artigiani CAPLAKI e di percorrere la strada che porta da Kigali a Gikongo/Nyenyeri.
Raccomando anche a voi di farlo!!! Il mio autista non parlava ne inglese ne francese, ma era molto simpatico!! All’inizio è stato molto formale, ma dopo mi faceva notare cose, si fermava se volevo e mi ha portato anche nella parte più interna, da amici che producono mattoni, fino a casa sua per farsi fare una foto con la moglie.


Immaginatevi una strada centrale in asfalto, dove passano macchine, bus, camion con il solito brulichio di persone nel mezzo. Appena usciti da qui, labirinti di case e strade in terra rossa!!
Qui la gente vive fuori casa, le donne vendono frutta e verdura, tessono (con macchine da cucire sotto al porticato), intrecciano plastica e cestini. Si passa la giornata all'aperto in movimento, tra la gente.




Gli uomini lavorano il legno, trasportano sacchi, aggiustano biciclette, chiacchierano davanti ad una birra. Viene venduto il carbone per i piccoli bracieri utilizzati per cucinare.




I bambini giocano per strada, alcuni trasportano l’acqua, altri giocano a pallone!


“UMUZUNGU!!!!!” mi urlano salutandomi e venendomi incontro. Si passano la voce e ormai dove passiamo già sono appostati per salutarmi! Alcuni escono da casa correndo sentendo urlare gli altri!!



Umuzungu in Kinyaruanda (la lingua ruandese) significa STRANIERO.





Ma anche qui le foto non sono ben accette, quindi quelle che vedrete sono quasi tutte fatte puntando la macchina senza inquadrare.
Soltanto una donna è disposta a farsi fotografare.

I suoi figli producono mattoni in terra cruda.
Mi porta a far vedere anche la sua umile dimora, e vuole una foto davanti a casa.




La luce del pomeriggio inoltrato sulle pareti in terra cruda rendono tutto di un colore quasi surreale.
Salutiamo.
Munyentwari mi riporta a Kigali, ma prima vuole una foto con la sua famiglia.
Arriviamo ma non ci sono i figli.

Gli faccio una foto con la moglie e dopo arrivano i 2 nipoti….troppo buffi!!!
Ridono e scherzano ma quando li riprendo non sorridono. Quindi scatto una foto senza inquadrare....ed ecco a voi due pagliaccini!!!!!



L’impatto di Kigali città è forte rispetto a dove sono stata.
Il calore che si respira in quei labirinti è tutta un'altra cosa, anche se c’è più povertà ma differente dalla miseria che possiamo trovare nelle citta'.


P.S. AUGURIII ANDREAAAA!!
Con un ultima foto della giornata: alice all’internet point che vi scrive!!

venerdì 20 febbraio 2009

14 febbraio...KIGALI

La mattina vado a visitare il mercato di Kimironko, fuori Kigali.
Vendono di tutto: dalla frutta e verdura, all’abbigliamento e saponi.








La plastica e l’alluminio hanno avuto ormai il sopravvento sui prodotti tradizionali per la casa.
Rimango sempre affascinata dalle stoffe per confezionare vestiti su misura: milioni di colori e fantasie.

Compro le mie prime “vere” banane. Vere si, perché non hanno niente a che vedere con la consistenza e il sapore delle nostre!!!!
Compro anche MARAKUSA, un frutto piccolo dalla buccia fine ma dura. All’interno ci sono tanti semi, sembra quasi un melograno ma più viscido: è buonissimo e molto dolce!!!
Anche qui le foto non sono ben volute.
Peccato!!!!

Nella strada del ritorno ci fermiamo a vedere le ceramiche di “DANCING POT”, cooperativa di artigiani della poterie. Producono bicchieri, pentole, porta candele, vasi teiere tutte caratterizzate da questo smalto color grigio-celeste.
Alcuni oggetti invece sono color terra rossa o neri. Questi ultimi somigliano molto alle ceramiche in bucchero tipiche dei nostri etruschi.
.......continua!!!!!!
ora devo andare....chiude!!!!!!
bacio